. Agyeya, Kyõki ma? use j?nt? h?? , Bhartiya Gyanpith Prakashan, 1970.

. Agyeya, Sab rang aur kuch r?g, Radhakrishna Prakashan, 1970.

. Agyeya, Samk?l?n kavit? m? chand, a cura di, 1987.

. Agyeya, To Each his Stranger: A Novel, Hind Pocket Books, 1967.

. Agyeya, To Each his Stranger: A Novel, II ed. revisionata dall'autore, Vision Books, 1982.

. Agyeya, Ye Tere pratir?p, Rajpal & Sons, 1966.

R. Chaturvedi, Ajñeya aur ?dhunik racn? k? samasy?, Bhartiya Gyanpith Prakashan, 1968.

P. Gaeffke, Hindi Lieterature in the twentieth century, 1978.

A. Montaut, Western Inflience on Hindi Literature: A dialogical process " in Literature, language and the Media in, pp.117-137, 1992.

R. Ray, Ajñeya: srijan k? samagrat?, Lokbharati Prakashan, 2003.

V. Tiwari and . Prasad, Ch?y?v?dottar Hindi gadya s?hitya, Viswavidyalay Prakashan, 1968.

. Poi-un-'altra-voce and . Di-derisione, «Sembra che anche lui abbia molta fretta La sta inseguendo in pieno giorno.» Mentre correva, queste voci giunsero alla coscienza di Jagannathan Anche le parole che aveva udito poco prima gli tornarono in mente. E si rese conto che la nuova arrivata era una prostituta. Che fosse meglio tornare indietro? Il formaggio era ormai rovinato. A che cosa sarebbe servito sapere il motivo di quello che aveva fatto quella donna? E, se, inseguendola, fosse riuscito a prenderla, che cosa avrebbe fatto? Ma lei si era fermata da sola e stava ansimando

. Dalla-sua-espressione-si-capiva-che-il, non aveva via di scampo: sarebbe dovuta tornare nella direzione di chi la stava inseguendo Si sedette su un gradino vicino e si rannicchiò , come aspettando di essere picchiata Come un cane che si accuccia quando è sicuro che non c'è via di scampo e sta per essere picchiato Jagannathan si avvicinò e le chiese con tono calmo e dolce: «Ma, perché l'hai fatto: che bisogno c'era?» «Che ne sapevo che fosse formaggio?» Il tono era provocatorio. «Pensavo che fosse spazzatura.» Era difficile crederle. Tuttavia Jagannathan disse: «Ma quando te l'ho fatto notare, potevi almeno dire che eri dispiaciuta? Era il mio cibo per i prossimi tre giorni. Non sono per niente ricco, io.» La donna lo fissò con uno sguardo penetrante, Poi disse in tono leggermente mutato: «Era necessario.» «Che cos'era necessario?» A Jagannathan venne il dubbio che quella donna fosse matta. «Era necessario. Devo andare, è giunto il mio momento

. Jagannathan-si-sentì-ancor-più-confuso, . La, and . Mi-volevi-picchiare, Jagannathan disse in tono imbarazzato: «No, non volevo? io? io volevo solo?» «O forse, forse era perché anche tu? quelle persone , quello che stavano dicendo, dicevano la verità?» Per un po' Jagannathan non capì la domanda. Poi, come travolto da un'inondazione, il suo significato divenne chiaro Rispose: «Come puoi anche solo pensare questo? In tutta la mia vita non sono mai andato con?» Voleva dire di non essere mai andato con una prostituta . Ma la voce si arrestò sulla parola " prostituta " . Davanti a quella donna non gli riuscì di pronunciare la pa- rola. Guardandolo fisso, la donna chiese: «Allora dicevi che volevi cosa??» «Io, io? non lo so!» La donna continuò a guardarlo fisso e poi scoppiò in una fragorosa risata. Poi, in modo altrettanto inatteso, il suo riso sparì e il suo volto tornò serio. Una profonda ruga di dolore vi si disegnò sopra. La donna mise la mano in tasca ed estrasse qualcosa, che, in fretta, si mise in bocca. Una medicina? O droga?? «Stai bene?» «Ora starò bene: mi riprenderò subito.» A quelle parole, Jagannathan si convinse che si trattava di droga, non di una medicina. Il corpo della donna si rilassò un poco. Posò un gomito sul gradino più alto e appoggiò la schiena al muro, poi, girando il polso sinistro, guardò l'orologio e infine lasciò cadere le braccia lungo i fianchi

. Jagannathan-si-girò-e-vide-che-alcune-persone-pensava-che-maria, . Jokke, . Non-fosse-tanto-cosciente-da-capire-che-fossero-arrivate, . Ma-lei-li-aveva-visti-e-sollevando-in-qualche-modo-la-mano, and . Li-chiamò-con-un-cenno, Due o tre persone si avvicinarono di corsa e, dando un'occhiata stupita a Jagannathan, si chinarono sulla donna Jokke disse: «Ho scelto liberamente Sto morendo: sto morendo dopo aver scelto di mia volontà, maledetta morte.» La sua voce si era fatta ancora più debole. A Jagannathan sembrò che anche il corpo di lei si stesse indebolendo e che la luce del viso si stesse spegnendo, come esaurita. Gli parve che la schiena di Jokke stesse scivolando da una parte lungo il muro Inginocchiatosi in fretta, la sorresse con un braccio. Jokke, come se avesse riconosciuto il suo tocco, si girò leggermente verso di lui e disse: «L'ho detto, l'ho detto a tutti quei bastardi .» Esitò un attimo; dopo un po', facendo uno sforzo , disse: «L'ho detto anche a lui? anche a lui.» Aveva sottolineato quel " lui " con una tale insistenza che Jagannathan chiese d'impulso: «A lui chi?» «A Paul, a quell'estraneo.» D'improvviso si zittirono tutti. In ogni persona c'è un qualcosa in grado di riconoscere l'imminenza di un fatto importante e, di fronte al suo potere incombente, per un attimo si tace, quel silenzio, Jokke e Jagannathan si erano come isolati dal resto della folla. Jokke disse di nuovo: «Ho scelto. Noi non scegliamo gli estranei , scegliamo gli uomini buoni. Ho scelto un uomo , un uomo buono. Vivrò in lui. Nathan, perdonami.» Il braccio di Jagannathan l'avvolse un altro poco. E poi appoggiò la testa di Jokke sulla propria spalla. Jokke chiese: «L'hai fatto?